San Miniato Robur, giornata da sogno con la "vecchia signora"
26-04-2018 12:48 - News Generiche
Essere invitati nella sede della Juventus e partecipare ad un incontro con Allegri, Higuain e i massimi vertici societari della vecchia signora è certamente un sogno, per molti. Un sogno che, per una piccola delegazione della Robur Siena, è divenuto realtà. I volti non sono quelli di Allegri, o Higuain, ma delle loro omologhe al femminile, così come i protagonisti di questa indimenticabile esperienza sono atlete e staff del G.S. San Miniato, società che cura il settore femminile del sodalizio bianconero.
"Un movimento in crescita - sottolinea il Presidente del G.S. San Miniato Claudio Gasperini Signorini - quello del settore femminile che la nostra società ha l´interesse e l´intenzione di curare sempre con maggiore attenzione".
"Occasioni come queste - spiega il presidente della Robur Siena Anna Durio - sono particolarmente significative non solo per l´emozione di vivere da vicino una realtà come quella della Juventus ma anche e soprattutto perché rappresentano un momento di riflessione e confronto. Auspico che in tempi brevi le calciatrici possano essere inquadrate come professioniste, l´evoluzione del mondo del calcio femminile degli ultimi anni rappresenta un segnale da cogliere da parte di tutti".
Luciano Mugnaini, dirigente neroverde fresco di nomina quale responsabile del Settore Femminile, sua figlia Noemi, calciatrice della categoria giovanissime, ed Elena Nardi, allenatrice in seconda della squadra juniores, hanno vissuto una giornata a Vinovo, su quell´erba dove da quest´anno danno spettacolo alcune fra le migliori calciatrici italiane. La Juventus ha infatti rilevato, nell´estate scorsa, il titolo sportivo del Cuneo, formando poi una squadra capace di raggiungere il vertice della classifica di Serie A, in coabitazione col Brescia.
Molti i temi caldi discussi nella giornata: su tutti l´apertura del professionismo alle calciatrici, a tutt´oggi inquadrate come dilettanti. Un primo piccolo passo dovrebbe avvenire nel giro di un paio d´anni, al termine dei quali la gestione dei tornei di A e B femminile dovrebbe passare sotto l´egida della FIGC.
Rita Guarino, allenatrice della prima squadra della Juventus, ha sottolineato che "finalmente sta cambiando la visibilità verso il nostro settore, grazie ad un mutamento dell´opinione pubblica." Ma, al contempo, traccia un quadro di persistente diffidenza e pregiudizio nei confronti di questo sport, vissuto da molti come prettamente maschile. Molti ancora la fermano per strada, e si stupiscono di scoprire che anche lei, a suo tempo, era calciatrice, e soprattutto, che esisteva già un campionato femminile. "Stiamo parlando di cultura dello sport, non dobbiamo pensare al calcio femminile come ad una eccezione".
Martina Rosucci, centrocampista bianconera e della Nazionale Italiana, ha raccontato i punti salienti della sua grande carriera: gli inizi coi maschi, l´approdo al femminile, la conquista dell´Europeo con l´Under 19 e degli scudetti col Brescia, e infine l´arrivo a Torino. "Un sogno", senza mezzi termini. "Fortunatamente, ora le bambine cominciano a giocare al calcio a 5 anni. Io ho iniziato a 9, e non c´erano la professionalità e le strutture di oggi."
Stefano Braghin, team manager della Juventus, ha invece invitato le società presenti di Lega Pro ad aprire al calcio femminile, dando anche consigli utili per allargare bacino di utenza e consensi. "Non c´e calcio maschile e calcio femminile. C´è solamente il calcio. Un´attività con le stesse potenzialità di adesioni, risorse economiche, investitori, di diritti d´esposizione mediatica, con un pubblico sempre più in crescita."
Infine tutti i presenti hanno avuto modo di fare un giro per gli impianti sportivi di Vinovo, otto campi all´aperto più uno al chiuso con palestra, che dal prossimo anno saranno destinati per metà al solo femminile; c´è stato anche il tempo di assistere ad un allenamento della Under 15 – la categoria giovanissime – seguita da uno staff di sette persone. Un assaggio di autentico professionismo, quello respirato dunque dai nostri tre portabandiera, in una giornata che senza dubbio lascerà traccia nella loro esperienza sportiva, ed umana.
"Un movimento in crescita - sottolinea il Presidente del G.S. San Miniato Claudio Gasperini Signorini - quello del settore femminile che la nostra società ha l´interesse e l´intenzione di curare sempre con maggiore attenzione".
"Occasioni come queste - spiega il presidente della Robur Siena Anna Durio - sono particolarmente significative non solo per l´emozione di vivere da vicino una realtà come quella della Juventus ma anche e soprattutto perché rappresentano un momento di riflessione e confronto. Auspico che in tempi brevi le calciatrici possano essere inquadrate come professioniste, l´evoluzione del mondo del calcio femminile degli ultimi anni rappresenta un segnale da cogliere da parte di tutti".
Luciano Mugnaini, dirigente neroverde fresco di nomina quale responsabile del Settore Femminile, sua figlia Noemi, calciatrice della categoria giovanissime, ed Elena Nardi, allenatrice in seconda della squadra juniores, hanno vissuto una giornata a Vinovo, su quell´erba dove da quest´anno danno spettacolo alcune fra le migliori calciatrici italiane. La Juventus ha infatti rilevato, nell´estate scorsa, il titolo sportivo del Cuneo, formando poi una squadra capace di raggiungere il vertice della classifica di Serie A, in coabitazione col Brescia.
Molti i temi caldi discussi nella giornata: su tutti l´apertura del professionismo alle calciatrici, a tutt´oggi inquadrate come dilettanti. Un primo piccolo passo dovrebbe avvenire nel giro di un paio d´anni, al termine dei quali la gestione dei tornei di A e B femminile dovrebbe passare sotto l´egida della FIGC.
Rita Guarino, allenatrice della prima squadra della Juventus, ha sottolineato che "finalmente sta cambiando la visibilità verso il nostro settore, grazie ad un mutamento dell´opinione pubblica." Ma, al contempo, traccia un quadro di persistente diffidenza e pregiudizio nei confronti di questo sport, vissuto da molti come prettamente maschile. Molti ancora la fermano per strada, e si stupiscono di scoprire che anche lei, a suo tempo, era calciatrice, e soprattutto, che esisteva già un campionato femminile. "Stiamo parlando di cultura dello sport, non dobbiamo pensare al calcio femminile come ad una eccezione".
Martina Rosucci, centrocampista bianconera e della Nazionale Italiana, ha raccontato i punti salienti della sua grande carriera: gli inizi coi maschi, l´approdo al femminile, la conquista dell´Europeo con l´Under 19 e degli scudetti col Brescia, e infine l´arrivo a Torino. "Un sogno", senza mezzi termini. "Fortunatamente, ora le bambine cominciano a giocare al calcio a 5 anni. Io ho iniziato a 9, e non c´erano la professionalità e le strutture di oggi."
Stefano Braghin, team manager della Juventus, ha invece invitato le società presenti di Lega Pro ad aprire al calcio femminile, dando anche consigli utili per allargare bacino di utenza e consensi. "Non c´e calcio maschile e calcio femminile. C´è solamente il calcio. Un´attività con le stesse potenzialità di adesioni, risorse economiche, investitori, di diritti d´esposizione mediatica, con un pubblico sempre più in crescita."
Infine tutti i presenti hanno avuto modo di fare un giro per gli impianti sportivi di Vinovo, otto campi all´aperto più uno al chiuso con palestra, che dal prossimo anno saranno destinati per metà al solo femminile; c´è stato anche il tempo di assistere ad un allenamento della Under 15 – la categoria giovanissime – seguita da uno staff di sette persone. Un assaggio di autentico professionismo, quello respirato dunque dai nostri tre portabandiera, in una giornata che senza dubbio lascerà traccia nella loro esperienza sportiva, ed umana.
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